Territorio

TerritorioFirmo è situata su un altopiano di 369 metri s.l.m. della falda Sud-Est della catena appenninica del monte Pollino. Conta 2.713 abitanti, secondo l’ultima rilevazione statistica, ed ha una estensione territoriale di 11,53 Kmq.

Ad appena 8 Km dallo svincolo autostradale, e lungo la strada statale 534, sorge l’agglomerato urbano, che si concentra attorno ad un nucleo storico, con esposizione ad oriente. Imponente e suggestivo il panorama che incornicia l’abitato. Alle sue spalle il massiccio del Monte Pollino, ai suoi piedi la vasta piana di Sibari e come sfondo il mare Ionio, ben visibile nei giorni di bel tempo.

Firmo dista 60 Km. da Cosenza, mentre a meno di mezz’ora di viaggio si possono raggiungere sia il mare Ionio (Sibari), sia il monte Pollino. È attraversata da un fiume torrentizio, il Tiro, che a valle si congiunge al fiume Esaro. In passato le donne del paese lo utilizzavano per farvi il bucato (finjin), mentre oggi gli agricoltori usano le sue acque per l’irrigazione dei campi attigui. La ridente vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea. La coltivazione preponderante è costituita dalla presenza di numerosi uliveti e vigneti.

TerritorioIl nucleo urbano è caratterizzato, invece, dalla divisione storica in due borghi (Firmo soprano e Firmo Sottano), separati tra loro da un arco, denominato Ka Markasati. Tale divisione ha determinato, del resto, la convivenza, in un unico agglomerato, di due culture differenti: quella italiana, rappresentata dalla permanenza dei Padri Domenicani, e quella Arbëresh, incarnata dalla presenza, fin dal 1500, di Alessio Comite, uno dei primi profughi albanesi stabilitisi a Firmo. Solo nel 1811 i due casali si riunirono in un unico borgo. Dei padri Domenicani rimane un imponente Convento, che caratterizza la parte “Sottana” del paese. Il Convento dei Domenicani all’esterno si presenta come una casa di campagna di fine Settecento. Il complesso si mostra con una corte centrale, racchiusa su tre lati dalle facciate dell’edificio e sul quarto da un muro, all’interno del quale sono ricavati dei piccoli locali, utili un tempo al deposito delle derrate agricole. Al centro, invece, si apre un portale con arco a tutto sesto, realizzato in pietra tufacea lavorata. Altri edifici di rilievo storico ed architettonico sono il palazzo Barone, del XVII sec., residenza dei Salituri, e quello Gramazio, dell’800.

La vita spirituale dei fedeli del paese si svolge in due chiese, molto diverse tra loro. La chiesa madre, dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo, edificata nel XVII sec., risponde a criteri architettonici consoni al culto latino. Ciò è stato determinato dalla presenza dei Padri Domenicani che hanno imposto il proprio culto, facendo passare in sottordine, invece, il culto greco bizantino (caratteristico del popolo Arbëresh), che è stato rivalutato soltanto nel 1919, con l’istituzione della diocesi bizantina di Lungro. Rispondente, invece, a tali criteri architettonici è la Chiesa di San Giovanni Crisostomo, di recente costruzione, che presenta una struttura a croce greca, con cupola sferica.

Il punto mediano tra famiglia e società, nella comunità firmense, è rappresentato dalla Gjitonia (vicinato). Si tratta di una vera e propria struttura sociale, ove l’individuo si rapporta con la sua società, effettuando transazioni di tipo comunicativo e conoscitivo. In tale ambito si evolvono socialità e solidarietà.

Facebooktwittermail

1 commento

  1. quisiera saber informacion fierabante lo giudice x mis abuelos inmigraron de firmo 1955
    mis abuelos se llamaba nicolas adamos logiudice

I commenti sono chiusi.